8 marzo: ieri, oggi, domani. Quale direzione prendere?

L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, è una data simbolo nella storia dell’emancipazione femminile, un invito a riflettere non solo sulle conquiste raggiunte e sui punti di criticità ancora presenti, ma anche sul modo in cui oggi persone di età ed esperienze diverse percepiscono e affrontano il tema dei diritti.

 

Generazioni e ondate

 

Ufficialmente riconosciuta dall’ONU nel 1977, la Giornata internazionale della Donna è figlia delle rivendicazioni di fine Ottocento/primo Novecento: è solo in questo periodo, con la nascita dei movimenti per il suffragio femminile, che la spinta per il riconoscimento dei diritti si estende su larga scala. Sono le origini del femminismo, movimento definito “carsico” o “molecolare” con radici che affondano nella rivoluzione francese, animato da correnti di pensiero a volte in antitesi tra loro (da qui femminismi al plurale) e tradizionalmente diviso in “ondate”.

Se la prima “ondata”, a cavallo tra il XIX e l’inizio del XX secolo, ha avuto ad oggetto il tema dei diritti di base, elettorali e di proprietà, la seconda, incentrata sul separatismo, ha invece posto l’attenzione sull’autodeterminazione, la liberazione del corpo e della sessualità, l’ottenimento di diritti come interruzione di gravidanza e divorzio.

L’ondata successiva, collocata negli anni Novanta, si contraddistingue invece per un attivismo forte, ribelle, scomposto, che mette da parte il separatismo per rivendicare la capacità delle donne di sostenere i propri diritti anche di fronte agli uomini, a partire dalla parità salariale.

È in questi anni che si diffonde il concetto di intersezionalità –  termine proposto dalla giurista Kimberlé Crenshaw – che guarda ai problemi di tutte le donne seguendo il filo rosso che collega le diverse identità sociali alle possibili discriminazioni: razzismo, sessismo, omofobia, transfobia, abilismo.

La quarta ondata, quella del tempo presente, porta con sé un cambio di paradigma, coinvolgendo gli uomini nella costruzione di una società più equa e libera da pressioni e stereotipi. La partecipazione di tutte e tutti al dibattito nasce dal bisogno di sottolineare come la tutela dei diritti delle donne non sia solo una questione femminile, ma un tema universale. Oltre al genere e al potere, a venire in evidenza sono le diverse forme di discriminazione, le differenze, gli stereotipi e le ingiustizie presenti nel mondo. Per le nuove generazioni, i social sono indispensabili per identificarsi in un movimento, per acquisire consapevolezza e far sentire la propria voce.

 

“Le donne delle generazioni precedenti, fra le prime a entrare in massa nel mondo del lavoro, a (provare a) scalare le gerarchie, a conciliare famiglia e carriera, sono sopravvissute grazie alla capacità di combattere i pregiudizi. La loro strategia è stata quella di mostrare, al costo di enormi sacrifici, di essere pari agli uomini mentre si addossavano tutto il carico in casa. […] Ma a che costo ce l’hanno fatta? A cosa hanno dovuto rinunciare? Una società in cui emerge la prospettiva femminile non è una società in cui le donne diventano uguali agli uomini, vivono e lavorano come gli uomini hanno sempre vissuto e lavorato. È piuttosto un luogo che cambia per le donne e per gli uomini.” – Gianrico e Giorgia Carofiglio “L’ora del caffè”, Einaudi, 2022

 

Punti di criticità e nuove sfide

 

Quando si parla di diritti delle donne, esiste dunque una questione generazionale, segnata da un’era pre e post Internet e dalla nascita di una prospettiva più ampia, che analizza la discriminazione nelle sue diverse sovrapposizioni.

Guardando alla storia, se è vero che l’eguaglianza formale è ormai un diritto acquisito quasi ovunque, è sul piano sostanziale che ancora oggi si gioca la partita.

Le questioni che animano il dibattito, dalle piazze ai social e viceversa, riguardano un ampio ventaglio di temi: il divario occupazionale, quello retributivo, la presenza delle donne in ruoli di leadership e nei settori tradizionalmente caratterizzati dalla componente maschile, la giustizia riproduttiva, sociale e ambientale, la gestione dei carichi di cura, la conciliazione vita-lavoro.

Secondo il Global Gender Gap Report 2022 ci vorranno ancora 132 anni per raggiungere la piena parità tra i generi. Il dato è in lieve miglioramento rispetto alla stima del 2021, che prevedeva quattro anni in più, ma sempre al di sopra delle tendenze precedenti al 2020, secondo le quali il divario tra i generi si sarebbe dovuto colmare entro 100 anni.

Le leggi da sole non bastano a rendere effettiva la parità, servono interventi trasformativi anche sul piano culturale: occorre fornire alle nuove generazioni, sin dalla più giovane età, strumenti utili a rimuovere quei pregiudizi radicati nella società e trasversali a entrambi i generi, a liberare le aspirazioni delle bambine e a sostenere le donne nei loro percorsi di carriera. Serve inventare, a partire dal linguaggio, un nuovo spazio di consapevolezza e di azione, alimentato da un’osmosi generazionale, in cui le nuove voci ereditano dalle precedenti e le precedenti assorbono dalle nuove.

 

“Una donna da sola può fare poco. Anche un uomo da solo può fare poco. Solo lo sforzo coordinato e continuo di una squadra può portare al cambiamento, perché permette a chi è stanco di riposare, ai più giovani e freschi di mettere l’energia del neofita, e ai veterani di contribuire con la strategia.” –  Giulia Blasi, Manuale per ragazze rivoluzionarie, Rizzoli, 2018

 

Valore D Talks “8 marzo: generazioni a confronto”, una conversazione per riflettere insieme

Locandina talk "8 marzo: generazioni a confronto"

Per la Giornata Internazionale della Donna, Valore D organizza il talk “8 marzo: generazioni a confronto”: Serena Dandini dialoga con Carolina de’ Castiglioni, attrice e sceneggiatrice, Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente onoraria Rete per la Parità, Simonetta Sciandivasci, giornalista de La Stampa.

Cosa significa la Giornata internazionale della donna per le diverse generazioni? Quali diritti sono ancora in discussione? Cosa possono imparare le nuove generazioni da quelle precedenti? E le precedenti dalle nuove?

Una conversazione tra donne e generazioni sull’8 marzo. Appuntamento live alle 16.30. Per partecipare

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