Certificazione di parità di genere: in vigore le disposizioni in materia di contratti pubblici

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è entrata in vigore la legge n. 87/2023 (legge di conversione del decreto-legge n. 10 maggio 2023, n. 51) che introduce, tra le altre cose, modifiche al Codice dei contratti pubblici.

In particolare, l’art. 6, comma 2-bis della legge, introdotto nel corso dell’esame parlamentare, modifica gli ultimi due periodi del comma 7 dell’articolo 108 del Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 36/2023 ) al fine di stabilire che i requisiti attestanti la parità di genere non possono essere autocertificati dalle imprese ma devono essere dimostrati mediante il possesso della certificazione della parità di genere, di cui all’articolo 46-bis del D.Lgs. 198/2006 – Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

 

Il ruolo della certificazione

 

La certificazione di parità di genere rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo di una nuova cultura organizzativa e per la crescita delle imprese, che possono così attestare le misure concretamente adottate su più fronti, tra cui opportunità di crescita, parità salariale a parità di mansioni, gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.

Tale certificazione rientra, inoltre, tra gli strumenti del PNRR (milestone M5C1-12) volti al raggiungimento della parità di genere, priorità trasversale del Piano.

L’Ente Italiano di Normazione UNI ha pubblicato nel marzo 2022 le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere, che prevede l’adozione di specifici KPI (UNI/PdR 125:2022) e costituisce un modello di indicatori quantitativi e qualitativi riguardanti le politiche e le pratiche sulla diversità di genere all’interno delle organizzazioni.

Questa prassi di riferimento prevede misurazione, rendicontazione e valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti e incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere all’interno del DNA delle organizzazioni, in modo da produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo.

Con l’ottenimento della certificazione, che può essere erogata esclusivamente da Enti certificatori accreditati, le imprese hanno diritto a una serie di vantaggi, tra cui sgravi contributivi e punteggi premianti per gare, bandi e progetti pubblici.

È in questo quadro che si inserisce la novità introdotta dalla nuova norma in vigore che rappresenta un passo avanti verso l’obiettivo di una crescita collettiva.

 

 

 

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