Dopo un lungo negoziato, è giunto l’accordo tra il Consiglio Ue e il Parlamento Europeo sugli elementi principali della nuova direttiva sull’equilibrio tra vita e lavoro per i genitori e per coloro che devono assistere dei congiunti. La direttiva dovrà ora essere approvata. Che cosa prevederebbe?
La proposta
La direttiva, spiega il Consiglio, mira a migliorare l’accesso dei genitori a congedi e ad accordi per un lavoro flessibile; punta anche a incoraggiare uomini e donne a condividere in modo paritario le responsabilità familiari. In particolare, i padri, o i genitori diversi dalla madre, secondo la proposta, potranno usufruire di un minimo di 10 giorni di congedo di paternità nel periodo intorno alla nascita del bambino, retribuito, anche se il livello «adeguato» della retribuzione sarà deciso dallo Stato membro. Il testo legislativo introduce anche un congedo parentale di quattro mesi, due dei quali non trasferibili e retribuiti. Infine, il progetto di direttiva stabilisce che genitori con figli di almeno otto anni di età potranno chiedere meccanismi personalizzati per venire incontro alle loro esigenze: orari ridotti, orari flessibili, e anche flessibilità per quanto riguarda il luogo di lavoro. «Un enorme passo avanti verso un’Europa sociale» commenta Marianne Thyssen, commissaria agli affari sociali.
L’obiettivo della proposta della Commissione è di ridurre il divario tra uomo e donna nel mondo professionale. Ancora oggi, il tasso di occupazione delle donne è di 11,5 punti percentuali inferiore a quello degli uomini. Il 57,4% delle donne ha un lavoro a tempo pieno, rispetto al 75,5% degli uomini. La responsabilità nella cura di anziani e bambini spiega l’inattività delle donne secondo il 31% delle inattive. Il 31,1% delle donne ha un lavoro a tempo parziale, rispetto all’8,2% degli uomini.
Secondo Bruxelles, ridurre le differenze tra i sessi dovrebbe essere benefico anche alle imprese perché il divario provoca perdite economiche per 370 miliardi di euro all’anno.