Disabilità: l’inclusione ha inizio dalla rappresentazione

Il 3 dicembre è la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, la ricorrenza istituita dall’ONU nel 1981 con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sul tema, rafforzare l’impegno per i diritti e il benessere delle persone con disabilità e favorire un cambio di cultura, intervenendo sulle discriminazioni sistemiche e sui pregiudizi che generano esclusione.

Le aziende oggi hanno un ruolo fondamentale nell’accelerare il processo di inclusione: le condivisioni raccolte nelle diverse edizioni dello Sharing Lab di Valore D “D&I: Disabilità & Inclusione”, confermano che si tratta di un tema di estremo interesse ma ancora fortemente influenzato da stereotipi, rispetto al quale non mancano esempi aziendali virtuosi.

 

ShowREAL: la disabilità in pubblicità

 

Nel 2023 l’impegno di Valore D per la disabilità si è focalizzato, in particolare, sul tema della rappresentazione: cambiare la narrazione stereotipata sulle persone con disabilità è il primo passo per favorire l’inclusione, nelle aziende ma non solo. Per farlo, tuttavia, è importante dare voce a chi vive la disabilità in prima persona e si impegna a raccontare la quotidianità in modo vero e reale.

È da queste premesse che nasce “showREAL”, la campagna sociale digital ideata e promossa da Valore DFondazione Diversity, OBE – Osservatorio Branded Entertainment e YAM112003 e diffusa a partire dal 1° dicembre 2023.

L’iniziativa prende il nome dagli showreel utilizzati per i casting, ma cambia la vocale – da showreel a showreAl – per sottolineare l’esigenza di una maggiore rappresentazione delle persone con disabilità all’interno delle pubblicità, investendo anche sul loro potere di scelta rispetto ai prodotti e ai servizi che offre il mercato. Nei video realizzati per la campagna, tre creator – Arianna Talamona, nuotatrice paralimpica e attivista per l’inclusione e la disabilità, Ludovica Billi, formatrice esperta in accessibilità, inclusione e sordità, e Marco Andriano, co-fondatore di una start up che ha come obiettivo quello di rendere accessibili i videogiochi a persone cieche – si rivolgono ai reparti marketing e alle agenzie pubblicitarie, mostrando le proprie capacità nel promuovere i prodotti più disparati.

La campagna invita le persone e le aziende a riflettere sul tema della rappresentazione nelle pubblicità ma soprattutto ad agire per favorire un cambiamento consapevole nell’industria della comunicazione.

Scopri nel dettaglio showREAL

 

SCELTE: il racconto di Giulia Lamarca

 

In linea con l’obiettivo di sensibilizzare e diffondere una cultura della disabilità senza stereotipi, nel quarto episodio della seconda stagione di SCELTE – il podcast dedicato alle diversità di pensiero che stanno riscrivendo le regole del mondo del lavoro – Valore D ha passato il microfono a Giulia Lamarca, travel blogger, digital creator e formatrice aziendale, che da anni racconta sui social la sua quotidianità e i viaggi in giro per il mondo con la sedia a rotelle, insieme ad Andrea, fisioterapista poi diventato suo marito, e alla figlia Sophie.

Come evidenziato nell’intervista, quando si parla di disabilità bisognerebbe spostare lo sguardo da ciò che – secondo una prospettiva abilista – manca alla persona a ciò che invece manca alla società perché sia in grado di includerla. E i primi luoghi in cui questa inclusione dovrebbe essere sempre possibile sono quelli legati al lavoro e all’istruzione – che in Italia tuttavia risultano ancora poco accessibili e privi di adeguati servizi di trasporto.

“Se c’è il bar in azienda e il bar è inagibile, io non riuscirò mai ad avere un rapporto tale con i colleghi al punto da ridere e scherzare al bar. Non perché io sono sbagliata o i colleghi sono sbagliati, ma perché l’ambiente non ci aiuta a relazionarci.”

Attraverso il racconto della sua esperienza personale, Lamarca prova ad agire sul modo di fare delle persone, sull’ignoranza, sugli stereotipi e sui pregiudizi alla cui base c’è spesso l’attitudine inconsapevole a infantilizzare le persone con disabilità e ad approcciarle non con vero interesse e curiosità, ma partendo dal presupposto che siano comunque bisognose di assistenza.

Le donne con disabilità, inoltre, sono spesso vittime di discriminazioni aggiuntive a causa del fattore genere. Le restrizioni in ambito del controllo dei corpi, come il diritto alla maternità, l’accesso o meno alla contraccezione, la possibilità di esercitare il diritto all’ivg sono esasperate per le donne con disabilità. C’è una tendenza generale a pensare che una donna che utilizza la sedia a rotelle non possa prendersi cura di un figlio. Oggi molte associazioni si occupano di sfatare i miti legati alla maternità e alla genitorialità e diversi youtuber condividono trucchi per superare le piccole difficoltà quotidiane della vita con dei bambini.

“Io scopro tutti i giorni di saper fare delle cose come mamma. […] Sophie mi ha sempre aiutata: se mi cade un oggetto per terra, penso che Sophie abbia imparato a raccoglierlo da quando aveva 8 mesi, perché cresce con me e sa quello che posso e non posso fare e dove lei può e non può aiutarmi”.

Nella narrazione della disabilità sui media tradizionali manca, dunque, un elemento chiave: la complessità. Se ne parla solitamente o come vittime del sistema o in chiave eroica quando viene svolta qualche impresa straordinaria nello sport o nel lavoro. Per i media si tratta quindi sempre e comunque di persone fuori dall’ordinario. I social hanno invece restituito alle persone con disabilità la possibilità di sganciarsi da questi stereotipi e di raccontarsi al pari di chiunque altro.

L’esperienza di Lamarca dimostra che la disabilità è parte della sua vita, ma non ciò con cui vuole essere identificata a tutti i costi. Il suo account Instagram ne è un esempio.

“C’è veramente un po’ di tutto: quello che mi piace dire è che non mi seguono solo persone con disabilità, mi seguono persone in generale, alcune con disabilità, alcune no, altre vedono in me una persona che viaggia ed è aperta, altre una persona che cerca di combattere i propri limiti, altre vedono in me semplicemente una mamma; ci sono persone che corteggiano altre persone con disabilità e mi dicono grazie perché mi hai convinto a fare la prima mossa”.

Ascolta l’intero episodio di SCELTE sul sito di Valore D e sulle piattaforme Amazon MusicApple PodcastsSpotify e Google Podcasts.

 

 

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