Non basta guadagnare bene per essere felici in ufficio. Spesso, non basta neanche vedere il proprio impegno ripagato da promozioni e bonus.
Tanti professionisti ed executive di successo si sentono demotivati e insoddisfatti del proprio lavoro. Senza rendersene conto, vengono risucchiati in una spirale negativa di stress e routine in cui devono sottostare a orari molto lunghi e a causa della quale non riescono a stabilire relazioni organizzative positive. «Ciò che importa è che raggiunga il mio target», si ripetono molti di loro.
Falso: il risultato, il più delle volte, è che i lavoratori infelici perdono di vista la vera operatività quotidiana e producono risultati inferiori alle loro potenzialità, con effetti negativi sui rapporti familiari e sulla salute.
Quello che molti datori di lavoro vedono con difficoltà, e di conseguenza anche i dipendenti stessi, è che aumento dell’infelicità e calo della produttività sono strettamente collegati. O, per dirla in altri termini, esiste una correlazione positiva tra crescita della felicità e incremento della motivazione e della performance aziendale.
Valore D parla di felicità in azienda dal 2016 e, sapendo che anche in Italia è proprio questa l’ultima frontiera del welfare aziendale, affronta il tema attraverso laboratori che in due anni hanno coinvolto più di 200 persone provenienti dalle aziende associate.
Molte ricerche dimostrano che, per creare felicità, non è sufficiente concentrarsi sulle leve razionali legate alla riproduzione dei benefit (le aree su cui si focalizzano generalmente le aziende), ma è meglio piuttosto sfruttare quelle irrazionali e le emozioni positive.
Come farlo al meglio? Per rispondere, abbiamo deciso di coinvolgere in una video-intervista YAM112003 e SKY (due delle aziende che hanno partecipato ai nostri percorsi formativi) e abbiamo chiesto loro a che punto sono con la felicità in ufficio. Entrambe le aziende sanno che il lavoro è una fonte importante di appagamento per i propri dipendenti, e che le emozioni positive arrivano in generale dal coinvolgimento, dall’appagamento e dal coinvolgimento di tutti e in un ambiente di lavoro rispettoso del benessere comune. In particolare, ecco le strategie che le due aziende stanno seguendo:
A YAM112003 la felicità si lega a due punti cardinali: da un lato l’organizzazione flessibile basata sullo smart working e su un flusso di lavoro che ognuno può organizzare e gestire autonomamente. L’importante è raggiungere gli obiettivi, e non le 40 ore settimanali. Dall’altro, l’organizzazione flessibile è coadiuvata dall’utilizzo di tecnologie che permettano al team di essere quanto più creativo possibile, sviluppando così nuove competenze e soluzioni.
SKY invece affronta il tema della felicità in azienda tramite 4 sforzi principali orientati soprattutto all’inclusione: innanzitutto l’inclusione di genere e la valorizzazione della donna, e poi l’inclusione di qualunque orientamento sessuale. Per quanto riguarda l’inclusione della diversità generazionale, vengono creati percorsi di carriera per i dipendenti over 50. Infine, SKY sa che la conciliazione tra lavoro e famiglia è fondamentale, e per questo favorisce la genitorialità attraverso l’offerta di congedi di paternità per tutti i dipendenti.