È stata approvata alla Camera dei Deputati la norma che introduce per la prima volta in Italia l’obbligo della valutazione di impatto generazionale (VIG) e rafforza la valutazione di impatto di genere nell’ambito della regolamentazione.
Equità intergenerazionale e qualità della normazione
Secondo l’articolo 4 del disegno di legge “Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione” (A.C. 2393), le “leggi della Repubblica promuovono l’equità intergenerazionale, anche nell’interesse delle generazioni future”.
In particolare, l’articolo prevede che venga realizzata una valutazione preventiva degli atti normativi, che tenga conto dell’impatto sociale, ambientale ed economico sulle giovani generazioni e su quelle che verranno.
Valutazione di impatto di genere
L’articolo 6 del medesimo provvedimento introduce invece, nell’ambito della già esistente Analisi di Impatto della Regolamentazione (AIR) e della Verifica di Impatto della Regolamentazione (VIR), la valutazione dell’impatto di genere.
Questo nuovo profilo diventa parte integrante dell’analisi dei regolamenti statali, con criteri e modalità che saranno definiti mediante decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Attuazione e obiettivi
È previsto che il Governo adotti entro sei mesi i decreti attuativi che renderanno operative le nuove misure.
L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della normazione, promuovendo un approccio basato sull’equità tra generazioni e sull’inclusione di genere.
Tra le sfide future si segnala l’importanza che la valutazione d’impatto generazionale non si riduca “a mero adempimento burocratico”, ma diventi un effettivo strumento di qualità della normazione, coinvolgendo la società civile e orientando le scelte legislative verso un impatto duraturo e sostenibile nel tempo.
Una riforma che guarda avanti
Con questa riforma, l’Italia compie un passo importante verso una visione della legge più attenta alle persone e al loro futuro. La valutazione d’impatto generazionale e quella di genere non sono solo strumenti tecnici, ma rappresentano un impegno concreto a guardare oltre il presente, a costruire norme che tengano conto delle differenze.
Queste nuove misure potranno rendere la normazione più consapevole e più vicina alla vita reale di cittadine e cittadini, di oggi e di domani. È un invito a pensare le politiche pubbliche non solo per chi c’è, ma anche per chi verrà, in un cammino comune verso un futuro più equo e inclusivo.



