Amarezza per chi l’ha subita, ma anche turbamento per chi l’ha provocata, la rivalità con un’altra donna. È un pubblico molto attento e partecipativo quello che due giorni fa a Roma ha preso parte all’incontro di Valore D, organizzato con il supporto di Key2people, sulla rivalità tra donne dal titolo emblematico: “Eva contro Eva”.
Un tema che per molti è ancora un tabù del quale non parlare, lasciando in sospeso una serie di domande: come e dove nasce la rivalità fra donne? Possiamo cambiare il modo in cui ci rapportiamo alle altre donne, imparando a rispettarci e sostenerci a vicenda?
Durante l’incontro abbiamo provato a dare qualche risposta, analizzando prima di tutto il tema da un punto di vista teorico grazie a Katia Vignoli, psicoterapeuta specializzata in medicina psicosomatica e giornalista. Ma anche sdrammatizzando un po’ e strappando qualche sorriso con l’intermezzo teatrale di Chiara Verzola e Elisa Benedetta Marinoni (con la regia di Valentina Mignogna).
Con la tavola rotonda abbiamo dato la parola a diversi manager ai quali Caterina Soffici, giornalista e scrittrice, ha chiesto di condividere la propria esperienza personale.
Grazie a tutti i nostri ospiti, Barbara Cominelli COO, Marketing and Operations Director di Microsoft, Enrica Satta Vice President Corporate & Strategy di Elica, Alessandra Ferraro Principal di BCG, Lara Carrese Group Human Resources and Organization Director di Prelios e ad Antonella Polimeni Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per aver condiviso il proprio vissuto su questo tema.
Le 5 parole più utilizzate durante la tavola rotonda sono state: paura, invidia ma anche collaborazione, interazione e meritocrazia. Un mix quindi di rivalità ma anche di energia e voglia di cambiare il paradigma del confronto, da conflitto a collaborazione. Molto stimolante anche l’intervista con Walter Ruffinoni, CEO di NTT Data Italia che ha detto di non capire la rivalità tra donne, scherzando sul fatto che sia un sentimento troppo sottile e complesso per la mente maschile. Ma che ha anche sottolineato come gli uomini competono rispetto ad obiettivi specifici, mai sul personale, e anche dopo un confronto serrato sono capaci di andare a giocare a calcetto insieme. Mentre le donne tendono a vivere una sfida come qualcosa che va oltre l’oggetto o il progetto specifico e le tocca nell’intimo, sul personale. Insomma, materiale su cui riflettere!