Il Diversity and Inclusion Index di Thomson Reuters è l’indice istituito per indirizzare gli investitori nell’orizzonte delle aziende dedicate alla salvaguardia della diversità. Nella sua edizione 2018, in mezzo a un campione di oltre 7.000 imprese quotate in borsa a livello globale, il Gruppo Hera si classifica ancora tra i top 25 in Italia e nel mondo. Da tempo, d’altronde, l’azienda dimostra di partecipare con impegno alla tutela e valorizzazione delle quattro aree analizzate dalla Thomson Reuters: politiche di diversità, di inclusione, attenzione allo sviluppo umano e alle controversie dell’esposizione mediatica. Associata a Valore D dal 2014, nel 2017 l’azienda aveva una percentuale di presenza femminile in posizioni manageriali più alta della media del settore e pari al 31,3% e una quota di impiegati disabili del 4,3%. Un impegno che è valso per Reuters la votazione finale, eccellente, di 73,5 punti. Hera è così la seconda azienda in Italia, la ventiduesima nel mondo e la prima multiutility in assoluto all’interno del Diversity and Inclusion Index.
«Nel Gruppo Hera riteniamo la diversità un valore. Negli anni abbiamo dato impulso a politiche orientate a favorire l’inserimento, l’integrazione e la crescita dei nostri dipendenti. Oltre un quinto di essi è infatti composto da donne, che salgono al 31,3% nei ruoli direttivi, molto al di sopra della media di settore. Un risultato che si aggiunge al buon esito delle nostre politiche di welfare avviate dal 2016, con una attenzione particolare all’alternanza casa-lavoro: il piano di welfare, che ha interessato i quasi 9 mila dipendenti del Gruppo, ha registrato un’adesione pressoché totale ed arricchito un’offerta di servizi il cui valore supera i 3,5 milioni di euro all’anno», ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Hera.
Proprio Stefano Venier, dopo la firma del Manifesto per l’occupazione femminile di Valore D, aveva dichiarato che l’azienda dispone inoltre di un Diversity Manager già dal 2011 (Susanna Zucchelli) e che «la sottoscrizione del Manifesto rappresenta il completamento di un percorso che sta già dando i suoi risultati […] che indicano la strada e la traccia per i prossimi obiettivi, che sono piuttosto ampi e su cui il Manifesto ci sollecita ancora di più».
Complimenti a Hera quindi!
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