Il Piano triennale 2018-2020 promette di favorire migliore conciliazione vita-lavoro

Il Ministero della Salute ha recentemente lanciato il Piano triennale delle azioni positive 2018-2020, che promette di promuovere la conciliazione vita-lavoro nel prossimo triennio.

Si tratta, in pratica, di un documento contenente buone pratiche atte a rimuovere i vari ostacoli esistenti alla parità di genere tra i dipendenti del settore pubblico. Le aree di intervento delle azioni previste, in continuità con il precedente Piano 2015-2017, sono: Formazione e valorizzazione del personale, Conciliazione fra lavoro e famiglia, Benessere organizzativo, Comunicazione.

Il piano coinvolgerà 2700 dipendenti (di cui 974 donne) attraverso una serie di strumenti che favoriranno le politiche di conciliazione vita-lavoro (come asili nido aziendali, servizi di mobilità, parcheggi), misure di flessibilità oraria in ambito lavorativo (come smart working e telelavoro) e per il benessere organizzativo e individuale (come sportelli di ascolto e percorsi di inclusione del personale con disabilità). Tra gli obiettivi dell’iniziativa, vi è innanzitutto quello di garantire la valorizzazione delle risorse umane, l’accrescimento professionale dei dipendenti, l’efficacia dell’attività amministrativa e le pari opportunità nell’accesso al lavoro e nella vita lavorativa. Per raggiungerli, verranno anche attivati dei corsi di formazione per educatori della prima infanzia per i nido aziendali e per i mobility manager che avranno il compito di verificare soluzioni utili per il trasporto locale.

Saranno inoltre organizzati corsi di: Strategie di comunicazione di ascolto, di pari opportunità e contrasto alle discriminazioni e alle violenze di genere, Strategie e strumenti di gestione delle priorità, Team working, modalità di gestione dei gruppi di lavoro, Modalità di perfezionamento della comunicazione per il personale al contatto con l’utenza.

Il Piano rappresenta una delle prime forme di sperimentazione di interventi innovativi sul piano organizzativo (come smart working e flessibilità oraria) all’interno del settore pubblico. Modalità organizzative di questo tipo esistono anche nel settore privato e molte aziende associate a Valore D le hanno attivate da tempo. Siamo certi che un confronto costruttivo con le Istituzioni e uno scambio di best practice, non solo fra le singole aziende ma anche fra settore pubblico e privato, non possa far altro che supportare il Paese nella formulazione di strumenti che favoriscano l’occupazione femminile e la conciliazione vita-lavoro.

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