Vent’anni dopo quell’ultima partita ufficiale, le Azzurre si riqualificano per il Mondiale 2019 che si disputerà in Francia. Chiamatelo, se volete, destino: proprio l’anno in cui la Nazionale maschile subisce una disfatta storica e, per la prima volta in sessant’anni, viene esclusa dalla grande festa dello sport più internazionale in assoluto, le ragazze si guadagnano un 3-0 contro il Portogallo.
«È una soddisfazione immensa, un orgoglio poter rappresentare il Paese. È poi una grande chance mediatica per il calcio femminile. Non la viviamo come rivalsa nei confronti dei maschi. A me dispiace che loro non siano andati, ci perde tutto il movimento». racconta Milena Bertolini, il commissario tecnico che segue la Nazionale femminile di calcio da agosto 2017, intervistata dal Corriere della Sera.
Sarà forse vero che le donne sono naturalmente meno prestanti fisicamente degli uomini, forse no, ma a volte per vincere devono contare su altre qualità, continua Milena. Le sue Azzurre hanno imparato ad essere aggressive, intense, spregiudicate, e ce l’hanno fatta.
E mentre in altri paesi il professionismo femminile esiste già da tempo, questa qualificazione ai Mondiali potrebbe rappresentare in Italia un calcio non solo al pallone, ma anche ai pregiudizi. Una donna che gioca a calcio non sarà più vista come una strana, e anche le bambine potranno cominciare a sognare di diventare calciatrici, con modelli del loro stesso sesso.
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