Il report di Catalyst “How racism shows up at work and the actions your organization can take” accende i riflettori sulle principali dimensioni che alimentano il razzismo nei luoghi di lavoro.
Lo scopo dello studio è quello di analizzare la diffusione del razzismo nei luoghi di lavoro e i modi con cui si manifesta, nonché di evidenziare i fattori organizzativi e sistemici che creano contesti in cui il razzismo è comune, tollerato e persistente. Infatti per comprendere questo tema è fondamentale riconoscere la sua radicalizzazione nella struttura organizzativa. Per combatterlo bisogna quindi concentrarsi sia sull’atteggiamento dei singoli individui, ma anche sui sistemi e sulle strutture organizzative che permettono comportamenti non inclusivi.
Due terzi dei dipendenti appartenenti a gruppi etnici e culturali minoritari hanno vissuto in prima persona episodi di razzismo durante il loro percorso professionale e circa la metà riporta episodi razzisti nell’attuale lavoro.
Gli intervistati che hanno vissuto episodi di razzismo nel loro attuale lavoro hanno descritto una vasta serie di atti subiti, dimostrando che la discriminazione si manifesta in modo multiforme. Le espressioni più comuni riguardano casi di harassment, citati da quasi la metà degli intervistati, come ad esempio battute, insulti e altri commenti offensivi. A seguire sono citate le disparità occupazionali e professionali, come ad esempio le differenze retributive, non ottenere una promozione, essere esclusi dal lavoro di squadra e dalle riunioni.
Gli autori di questi comportamenti discriminatori sono molteplici: clienti, colleghi e in particolare i manager. Inoltre gli intervistati hanno riportato che questi atti sono perpetrati con la stessa frequenza sia da uomini che da donne.
Come dimostrano questi dati, le esperienze di razzismo sul lavoro sono reali, dannose e devono essere affrontate in modo sistemico dalle organizzazioni per offrire un supporto concreto e durevole nel lungo periodo.