In un momento storico in cui vita lavorativa e privata si intrecciano sempre di più, il tema della genitorialità si pone al centro del dibattito pubblico e aziendale. Discutere apertamente delle sfide e delle opportunità legate alla genitorialità non significa solo abbattere stereotipi, ma anche costruire una società più equa e inclusiva, in cui entrambi i genitori possano condividere le responsabilità familiari senza rinunciare alle proprie aspirazioni professionali.
Mara Panaja, Amministratrice Delegata e Presidente di Henkel Italia, è un esempio concreto di come sia possibile coniugare successo professionale, vita privata e impegno sociale: la sua leadership non solo promuove una cultura aziendale in cui la genitorialità è vista come un valore, ma ispira un cambiamento concreto verso una maggiore parità di genere. Recentemente, insieme a Valore D, ha partecipato alla trasmissione Timeline di SkyTg24, dove ha affrontato temi cruciali come i congedi parentali, l’equità nella gestione familiare e il ruolo delle donne nel mondo del lavoro.
Nell’intervista che segue abbiamo chiesto a Panajia di raccontare la sua esperienza e le iniziative intraprese da Henkel Italia per promuovere una nuova cultura della genitorialità.
La parola a Henkel
Henkel Italia ha introdotto una policy innovativa per i congedi parentali. Qual è stata la spinta principale per questa decisione?
M.P.: Henkel ha sempre creduto nel suo ruolo sociale. L’adozione del Gender Neutral Parental Leave, con 8 settimane di congedo retribuito al 100% per tutti i genitori, è il risultato di una visione a lungo termine. L’idea di base è semplice: considerare la genitorialità un investimento strategico. Questo significa garantire che ogni dipendente possa prendersi cura dei propri figli senza avere penalizzazioni professionali.
Crediamo che un ambiente di lavoro inclusivo e attento alle esigenze delle famiglie sia un vantaggio competitivo. Per esempio, dipendenti che si sentono realmente supportati sono più motivati e fidelizzati. È anche un segnale forte verso l’esterno: mostra che Henkel prende seriamente il suo ruolo nella costruzione di una società più equa. Sappiamo che il cambiamento culturale è lento, ma iniziative come queste possono davvero fare la differenza.
Gli stereotipi di genere sono un ostacolo ancora presente. Come li affrontate in azienda?
M.P.: Gli stereotipi sono radicati nella nostra società e influenzano ogni aspetto, dalle scelte educative al mercato del lavoro. In Henkel, lavoriamo per abbatterli su più livelli. Con il nostro osservatorio “Genere e Stereotipi”, abbiamo raccolto dati preziosi che ci aiutano a comprendere quanto siano pervasivi questi pregiudizi. Ad esempio, è emerso che in Italia le donne dedicano molto più tempo degli uomini alle faccende domestiche, sacrificando opportunità lavorative e di crescita personale.
Per cambiare questa narrativa, puntiamo sulla sensibilizzazione interna ed esterna. Promuoviamo iniziative che incoraggino gli uomini a usufruire del congedo di paternità. Questo non è solo un beneficio per le donne, ma un passo verso una reale condivisione delle responsabilità familiari. Inoltre, lavoriamo per garantire pari opportunità di crescita, sia attraverso programmi di mentoring che con politiche retributive trasparenti.
Lei stessa ha vissuto in prima persona il bilanciamento tra carriera e famiglia. Cosa le ha insegnato la sua esperienza?
M.P.: La mia esperienza è stata una lezione continua. Vivere all’estero, viaggiare molto e cercare di essere presente come madre è stato difficile, soprattutto quando i miei figli erano piccoli. Il senso di colpa era una costante, non solo per ciò che pensavo di non fare abbastanza, ma anche per i giudizi degli altri. È un peso che molte donne vivono, purtroppo.
Quello che ho imparato è che la qualità del tempo che si dedica alla famiglia conta più della quantità. Non si tratta di esserci sempre, ma di esserci davvero quando si è presenti. Il supporto di mio marito è stato fondamentale: è stata una vera partnership a livello pratico ed emotivo. Questa consapevolezza mi ha spinta a promuovere in Henkel politiche che permettano a entrambi i genitori di conciliare meglio lavoro e famiglia.
Qual è il ruolo delle donne nei vertici aziendali per cambiare questa narrativa?
M.P.: Avere donne nei ruoli di leadership è fondamentale, non solo per cambiare la narrativa ma per migliorare le performance aziendali. Diversi studi mostrano che le aziende con una maggiore diversità nei vertici ottengono risultati migliori in termini di innovazione e redditività.
Personalmente, credo che le donne portino una prospettiva unica, più empatica e orientata all’equilibrio e al benessere. Detto questo, è essenziale che la leadership femminile sia valutata e riconosciuta per i suoi risultati. Non si tratta di dare opportunità alle donne per il solo fatto di essere donne, ma perché sono competenti e capaci. La sfida è garantire che abbiano le stesse possibilità degli uomini di dimostrare il loro valore.
Quale messaggio vorrebbe lasciare alle giovani generazioni di donne?
M.P: Non smettete mai di credere nel vostro valore. Non aspettate di sentirvi “pronte” al 100% per cogliere un’opportunità, perché spesso non lo sarete mai del tutto. È importante osare, anche quando il contesto sembra sfavorevole.
La mia storia ne è la prova: sono partita dal Sud Italia e ho dovuto superare molti ostacoli e stereotipi. Ma grazie alla perseveranza, alla competenza e alla passione sono riuscita a raggiungere i miei obiettivi. Alle giovani donne dico: non fatevi scoraggiare dai giudizi o dai fallimenti. Ogni passo avanti è una vittoria verso un futuro più equo per tutte.