Parlare di menopausa significa, ancora oggi, immergersi in una dimensione segnata da tabù e stereotipi. Con il podcast “VAMP – Storie di menopausa”, le scrittrici Lisa Ginzburg e Valeria Parrella hanno scelto di rompere il silenzio in modo ironico e profondo, dando voce a un passaggio universale nella vita delle donne. Il risultato è un racconto ricco di riferimenti letterari, riflessioni personali e storie di vita vissuta, che apre prospettive nuove e restituisce dignità a un tema che riguarda milioni di donne, con ricadute non solo personali ma anche sociali e professionali.
In questa intervista per Valore D, partner istituzionale del progetto, esploriamo con le autrici le origini di VAMP, il ruolo della letteratura, l’importanza di condividere esperienze autentiche e persino il sorprendente spazio lasciato a un “uomo misterioso” che, nell’ultima puntata, offre uno sguardo inatteso sulla menopausa.
A tu per tu con Lisa Ginzburg e Valeria Parrella
Partiamo dall’inizio: com’è nata l’idea di raccontare la menopausa attraverso un podcast? C’è stato un momento in cui avete capito che era l’intuizione giusta?
Ci siamo ritrovate dopo parecchio tempo che non ci vedevamo, e subito trovate in sintonia circa la necessità di dare voce a questa metamorfosi che nell’intermezzo in cui non ci eravamo viste aveva segnato le nostre vite, e continuava a farlo. Un cataclisma, in tutti i sensi: non buoni e buoni. Perché non strutturare le tante cose che ci sentivamo di dire in una forma orale e comunicativa, e cosa meglio di un podcast? L’idea è arrivata da sé, si è fatta strada tra risa, qualche lacrima e tantissimi whatsapp. E come fanno le buone idee presso persone che tra loro si capiscono, subito ce ne siamo invaghite, e appassionate.
Il tono ironico e leggero del podcast riesce a trattare il tema complesso della menopausa senza mai banalizzarlo. Come avete costruito questo equilibrio narrativo tra profondità e leggerezza?
Diciamo che come carattere siamo entrambe così. È anche per questo che ci frequentiamo, siamo a volte dei sub, andiamo a fondo, e a volte delle surfiste. Così non è stato difficile andare in profondità nelle questioni più cogenti e farci delle risate sulle cose più buffe. Poi noi siamo scrittrici, questa scelta del tono in genere la affrontiamo su una trama di centoventi pagine. Qui è stato più come giocare a tennis: ci siamo passate la palla.
La letteratura attraversa il podcast come un filo rosso: da Susan Sontag ad Antonella Moscati, fino a Euripide e Shakespeare. Quale ruolo hanno avuto questi riferimenti nel dare spessore al racconto della menopausa? Come avete selezionato le letture?
Orizzonte comune e nostro universo, la letteratura è il nostro lievito madre, con quella impastiamo le voci. Un po’ abbiamo raccolto citazioni di brani che ognuna aveva letto e appuntato per sé, un po’ sono state suggestioni che hanno preso forma nel corso del lavoro. Voci di autrici e autori molto diversi, voci trasversali quanto a origine e a cronologia, utili a comporre il mosaico della rivoluzione copernicana della menopausa, e non solo: funzionali a raccontare l’autorevolezza e le bellezza dell’età matura di ogni donna.
Gli interventi di Barbara Falcomer e Daria Bignardi evidenziano come la menopausa tocchi anche la sfera professionale, spesso tra silenzi, stereotipi e ostacoli concreti. Quale cambiamento sperate che VAMP possa innescare nella percezione di questa fase, anche all’interno delle organizzazioni?
Boh, buon pro faccia a chi ha orecchie per intendere. Noi lo vediamo tutti i giorni: sia come è difficile nella fase lineare della vita andare all’indietro sui tacchi a spillo, come viene richiesto alle donne, sia come non ci sia pietà, ovvero non ci siano riconoscimento e strategie compensative, per i momenti complessi, quelli in cui il corpo e la psiche oltre a tenere tutto assieme devono anche affrontare cambiamenti epocali come gravidanza e menopausa. Lì ti fregano. Lì le politiche aziendali dovrebbero introdurre dei correttivi.
Nell’episodio “Ecuba” emergono temi come la trasmissione del sapere tra generazioni e l’immagine delle donne nella storia. Quanto è importante questo legame con il passato per comprendere la menopausa oggi?
Importantissimo ricordarlo tanto quanto importante l’andare oltre. Nella trasmissione matrilineare del sapere “al femminile” c’è stato sinora un silenzio impressionante e assordante sulla menopausa. Mentre pubertà, menarca, gravidanza sono soggetti di una eredità riconosciuta e sempre alimentata, quel che accade quando le mestruazioni finiscono è un buco nero, muto. Cercare parole per dirlo è riconoscere al passato le sue occasioni perse di elaborazione. Prendere atto di una rimozione aiuta a far uscire dal cono d’ombra in cui sinora sono state relegate grandi personagge mature che attraversano la letteratura, la mitologia, la storia.
Nell’ultima puntata compare una voce maschile che offre una sorta di “lettera d’amore” alla menopausa. Come mai avete scelto di introdurre questo punto di vista? Che cosa ci racconta sul modo in cui gli uomini guardano a questa fase della vita femminile?
Davvero giocando. Cioè Valeria davvero diceva “no, Lisa, facciamo un podcast senza maschi” e Lisa, che è più conciliata e conciliante diceva “ma no cerchiamone uno elegante e ascoltiamo che dice”. E, come sa chi arriva alla fine, è molto elegante sia quello che dice sia come lo dice. Ha appena vinto un premio prestigioso e siamo state contente come Vamp di fargli gli auguri.
Parlare di futuro
Il podcast VAMP dimostra che la menopausa non è soltanto una questione biologica, ma un tema che riguarda l’identità, le relazioni e il modo in cui la società guarda alle donne. Portare queste storie nello spazio pubblico e lavorativo significa restituire valore a una fase della vita troppo a lungo trascurata – un passo fondamentale per costruire ambienti realmente inclusivi, in cui le diverse età e fasi della vita vengano riconosciute come parte integrante della ricchezza delle persone. Perché parlare di menopausa significa, in fondo, parlare di longevità, di consapevolezza e di futuro.