Solo uomini nella foto ufficiale: ma “il Salone è di tutti”

Uno schieramento tutto maschile in posa per la foto ufficiale al taglio del nastro del Salone del mobile: una squadra di istituzioni locali, il ministro dell’interno, il premier, il presidente del parlamento europeo. Tutti uomini. E sui social la questione è diventata il tema del giorno. Significa che non ci sono donne con un ruolo di livello tale da essere inserite nel gruppo selezionato di figure istituzionali. E che a nessuno dei partecipanti (uomini) di quello scatto è parso strano che non ci fosse nessuna rappresentante femminile e vi abbia posto rimedio.

Lo fa oggi il sindaco Giuseppe Sala, scusandosi con un post sulla sua pagina Facebook: «In effetti non possiamo che dire che quella è una immagine profondamente sbagliata. Non posso fare altro che scusarmi e promettere che mi impegnerò affinché tali episodi non si abbiano a ripetere, indipendentemente dal fatto che sia io o meno l’organizzatore dell’evento».

Pronta la replica dell’assessore alle Politiche del lavoro Cristina Tajani, che ha organizzato un contro-scatto con l’hashtag #siamodipiù: «La Design Week è delle donne e degli uomini. È di tutti. Le donne contribuiscono alla creatività – a Milano, in Italia e nel mondo – come e più degli uomini. Le foto di rito che ritraggono solo uomini restituiscono una immagine ingiusta, falsa e anacronistica di Milano e del nostro Paese».

 


 

Donne di Design e di Architettura

Questo rivela che la maggior parte delle donne lavora per lo più nell’ombra, dato che ogni anno il Salone di mobile va in scena grazie all’opera di centinaia di professioniste, specialiste di ogni settore, ma soprattutto di donne di design e di architettura. In occasione della Design Week, Monica D’Ascenzo ha coordinato il volume “Donne di design e di architettura“, con cui racconta – tramite le interviste realizzate da Ilaria Defilippo, Paola Dezza e Paola Pierotti –  l’evoluzione personale e la carriera professionale di designer, grafiche e architette italiane e internazionali, ricostruendo gli ultimi 30 anni di due settori caratterizzati dall’innovazione e dalla creatività.

Il filo rosso che le lega è quello della coscienza di una responsabilità sociale, unita alla passione per il proprio mestiere. Un sentire condiviso da tutte le architette intervistate, così come la capacità di una visione del futuro a cui è necessario tendere ma con radici ben solide da non perdere, per non rendere le città tutte uguali.

 

 

Le interviste alle 12 professioniste sono contenute nell’ebook Donne di Design e di Architettura, scaricabile

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