Cresce negli ultimi anni il numero delle studentesse iscritte ai corsi di laurea di ingegneria, anche per effetto delle iniziative per avvicinarle alle cosiddette materie STEM. Una percentuale che in Italia purtroppo si ferma al 19%, rispetto al 40,1% dei ragazzi, nonostante il 59,4% dei laureati totali sia donna.
A far riflettere su questo fenomeno – on air da oggi – “SCELTE”: podcast interamente dedicato all’argomento, nonché ultimo progetto della campagna di #ValoreD4STEM sul tema della partecipazione femminile al mondo scientifico.
“SCELTE”: il podcast è “on air”
«Dobbiamo essere in tante – dice Elvina Finzi, ingegnera nucleare, protagonista del primo episodio -. Oggi solo due impieghi su dieci nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono occupati da donne. Al contempo l’84% delle aziende ha in agenda la digitalizzazione delle proprie attività, come dice il report del World Economic Forum. E allora, se vorremo lavorare ed essere indipendenti in futuro, molto probabilmente dovremo concentrarci sulle carriere STEM».
Parte così la prima puntata, condotta da Annalisa Monfreda e Montserrat Fernandez Blanco. “Esiste un unico modo di interpretare una carriera?” No. Lo mostrano 7 diverse storie di vita che mostrano come le STEM siano in grado di sfidarci e tirare fuori il meglio di noi. «Dobbiamo essere in tante» ribadisce la Finzi «perché diventi più facile per le donne portare avanti la propria carriera in questi settori». Questo uno dei fili conduttori delle puntate, che ci accompagneranno per tutta l’estate, disponibili su Spotify, Amazon Audible, Apple Podcast e Google Podcasts.
Ascolta la prima puntata del Podcast SCELTE
Inclusione di genere: un percorso che riparte anche dall’università
Un nuovo progetto, quello di Valore D – da anni sull’inclusione di genere -, quindi, che oggi racconta di difficoltà e stimoli, e che si unisce al percorso avviato già dalle università per quanto riguarda le materie scientifiche, in linea con quanto richiesto dall’Unione Europea. Gli istituti, infatti, per favorire le iscrizioni e superare il gender gap, ancora ampiamente persistenti nella società, si sono impegnati con un primo piano di uguaglianza di genere 2021-2024.
L’Università degli Studi di Firenze, ultima in ordine cronologico, ad esempio, ha lanciato un bando per le ragazze con 10 borse di studio con un importo complessivo di 40.000 euro nei percorsi di laurea STEM in Chimica, Fisica e Astrofisica, Informatica, Ingegneria civile, edile e ambientale, Ingegneria elettronica, Ingegneria gestionale, Ingegneria informatica, Ingegneria meccanica, Scienze geologiche e Statistica. Non solo.
La Rettrice ha costituito un gruppo di lavoro per correggere e contrastare qualsiasi disuguaglianza emersa in ogni ambito della ricerca, della didattica e dei percorsi formativi e professionali nell’Ateneo, ma anche per stabilire obiettivi di medio e lungo periodo per la promozione della parità di genere. Un’azione che monitori i progressi per un reale cambiamento, a partire dal mondo in aula.
STEM: non è tempo perso!
La mancanza di parità di genere, del resto, può essere un motivo di allontanamento anche dall’ambiente di lavoro. Parlando di gender gap salariale, un uomo a 5 anni dalla laurea in ingegneria arriva a guadagnare 1,850 euro contro i 1.700 euro delle colleghe (circa il 7,6% in più). Un dislivello che aumenta all’interno del gruppo “Ingegneria civile/Architettura” fino al +13,9%: la situazione è fotografata dai dati del Centro studi Cni sul tavolo di cinque società attive nel settore dell’ingegneria e dell’architettura (ArchLivIng, Alpina, NET Engineering, Suez e Stantec), che hanno creato la rete “Women in Engineering”. A confortare è la percentuale delle frequentanti all’università: migliorata negli anni. Se nel 2000 le donne erano pari al 16% dei laureati in Ingegneria, ora stando al loro report, si è arrivati al 28,1%.
Il fenomeno si riflette anche guardando le iscrizioni all’albo professionale. Nel 2010 la quota femminile era il 10,8%, salita al 13,7% nel 2015 e al 16,1% nel 2021. Non finisce qui. A un anno dalla laurea, negli indirizzi industriali e dell’informazione, il 74% ha trovato un lavoro. Più complicata la carriera nel settore civile: la quota di laureate occupate a un anno dalla fine del percorso di studi si riduce al 54,1%. Un tasso comunque più alto rispetto a quello di altri settori.