Il database del progetto #100esperte, che raccoglie le più autorevoli voci femminili italiane su argomenti di rilevanza sociale, continua a crescere e si apre al settore della politica internazionale: il nuovo database è stato lanciato ieri in occasione della conferenza “Perchè l’Europa? La parola alle Esperte” tenutasi presso l’ISPI.
Il progetto #100esperte
Ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall’Associazione Gi.U.Li.A. giornaliste, sviluppato con Fondazione Bracco e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il progetto #100esperte promuove e valorizza i talenti e le expertise femminili, per invertire un trend che vede le donne specializzate ed esperte sottorappresentate nei media. A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini: nell’82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Eppure le donne esperte ci sono. Da qui l’esigenza di costruire database – in continuo aggiornamento – di donne esperte ed autorevoli, che si è tradotta nella pubblicazione dei primi due libri sulle donne con riconosciute competenze nel campo della scienza e poi in quello dell’economia e della finanza.
#100esperte di Politica Internazionale
Dopo le esperte STEM e quelle di economia e finanza, il progetto promuove le 100 più autorevoli voci femminili italiane di politica internazionale. L’evento “Perché l’Europa? La parola alle esperte” ha lanciato il terzo database, composto da esperte di politica internazionale di alto profilo grazie alla partnership scientifica di ISPI. Spazio, dunque, alle donne che lavorano organizzazioni internazionali, think tank, ong e fondazioni, accademiche specializzate in diritto internazionale, in economia politica, in cooperazione internazionale, nei diritti umani. Come per i precedenti settori, il database comprenderà anche alcune giovani esperte che si sono particolarmente distinte nel loro percorso di ricerca.
“Anche in questo campo il mondo dei media troppo spesso trascura le voci femminili, benché ci siano tante figure di valore. La scienza ha dimostrato più e più volte che se abbiamo un equilibrio di genere si prendono decisioni migliori, per questo ci auguriamo che le donne vengano ascoltate e coinvolte ai massimi livelli. Diciamolo chiaramente: perché l’Europa funzioni meglio ci vogliono più donne nei posti chiave” afferma Diana Bracco dell’omonima Fondazione. Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, ha sottolineato come nelle discussioni sull’Europa spesso vengano citati i “padri fondatori”, dimenticandosi però del ruolo delle donne. Un’omissione nella stessa scia di problematiche piuttosto evidenti, come il gender pay gap.