Oggi, a 50 anni, si è in evoluzione: c’è ancora tanto da fare, molto da dire. Lo conferma la ricerca di Valore D Talenti senza età, che si propone di raccontare i senior, quei 50-64enni che per crollo delle nascite, crisi economica, allungamento della vita, norme pensionistiche sono diventati la generazione prevalente nel mondo del lavoro.
Oltre il 30% degli over50 si considera un talento attivo
«Abbiamo intervistato 13.000 donne e uomini, per raccogliere le loro istanze e difficoltà. E quindi suggerire azioni concrete alle aziende, oggi più che mai a caccia di idee per gestire e valorizzare gli over 50» spiega Paola Castello, coordinatrice della ricerca. Tra i tanti indicatori e , dalla ricerca di Valore Dspicca un numero positivo: il 30,9% degli intervistati si considera un “talento attivo”, proiettato verso il futuro e con obiettivi da raggiungere. «E le donne, al contrario degli uomini, si sentono ancora in pista, dal livello impiegatizio a quello manageriale» sottolinea Paola Castello. «Inutile negare, però, che c’è un 45,7% in difficoltà. Si tratta di coloro che danno ancora tanto sul lavoro, ma confessano una bassa realizzazione personale e poca proiezione sul domani».
La flessibilità aumenta la produttività
Che il clima aziendale sia ostile agli over 50 non è solo una percezione. La maggior parte delle realtà lavorative ancora oggi investe sulle sue risorse fino ai 50 anni e poi comincia a mollarle. E, anche se l’età pensionabile è lontana, la fisiologica perdita di entusiasmo dei lavoratori inizia a combinarsi con la difficoltà delle aziende a capire e sostenere i cambiamenti della loro vita personale e professionale. «Si tratta di agire su organizzazione flessibile del lavoro, welfare, scambi intergenerazionali» spiega Paola Castello. Perché potersi organizzare con una certa libertà, usufruire di benefit e trasmettere ai più giovani la propria esperienza aiuterebbe gli over 50 a sentirsi apprezzati e a mantenersi attivi, produttivi e versatili. Un patto vantaggioso, dal momento che si tratta per lo più di lavoratori stabili, su cui l’azienda ha investito per decenni.
«Smart working, assicurazioni sanitarie, pacchetti di check up convengono all’azienda anche in termini economici. Molto più vantaggioso agire su welfaree worklife balance» spiega Arnaldo Carignano, head of career della multinazionale di ricerca e selezione di risorse umane Randstad. «La vera sfida all’orizzonte sono le politiche di invecchiamento attivo in azienda: a breve da gestire ci saranno i lavoratori over 60» aggiunge Paola Ordasso responsabile affari sindacali Intesa Sanpaolo.
(Tratto da Donna Moderna)
Valore D vi invita ad approfondire questi dati e le prospettive future alla presentazione di Talenti senza età. A moderare la tavola rotonda sarà Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna.
Vi aspettiamo il 17 gennaio alle ore 17.30 nell’aula magna dell’università Cattolica di Milano, in Largo Agostino Gemelli 1.
L’evento è aperto al pubblico: