8 marzo, da conciliazione a condivisione: 200 best practices per una maggiore uguaglianza di genere

La Giornata internazionale della donna offre un’importante opportunità per accendere i riflettori sulla parità di genere. Una delle disparità più pronunciate che caratterizza il nostro Paese è la sproporzione di tempo dedicato al lavoro di cura e al ruolo genitoriale. Il fenomeno si accentua per le donne della cosiddetta “generazione sandwich”, cioè persone tra i 50 e i 60 anni sulla quale grava sia il carico di cura dei genitori anziani sia quello dei figli. Secondo l’Istat, infatti, nella fascia di età tra i 45 e i 64 anni, in 6 casi su 10 sono le donne a svolgere questo compito. Inoltre in Italia la percentuale di donne con almeno un figlio che non ha mai lavorato per prendersene cura è pari all’11,1%, rispetto ad una media europea del 3,7%.

Ma anche a livello globale, il lavoro di cura non retribuito è svolto per il 75% dalle donne. In media, nel mondo, le donne trascorrono il doppio del tempo rispetto agli uomini in attività domestiche e quasi 5 volte in attività legate al lavoro di cura delle persone. Questi numeri fanno riflettere su quanto sia urgente puntare a una maggiore condivisione dei compiti, per liberare il potenziale e il talento femminile e agire sul fronte culturale, promuovendo un cambiamento a favore di un modello paritario che possa ispirare le future generazioni.

 

Il ruolo delle aziende

Per affrontare queste disuguaglianze, venticinque realtà* si sono unite a Valore D nel progetto “Lavoro di cura e genitorialità”, promosso da Snam, per essere protagoniste nella promozione di un cambiamento culturale verso una maggiore uguaglianza di genere. L’obiettivo è supportare le donne, sulle cui spalle grava ancora oggi gran parte del carico del lavoro di cura che riguarda la casa, i figli e gli anziani, e di sensibilizzare gli uomini per un futuro più equo. Il risultato del tavolo di lavoro si concretizza in un paper che contiene 200 best practices per redistribuire i carichi di lavoro e la cura genitoriale.

 

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Per quanto riguarda il lavoro di cura, includono la promozione di misure a sostegno di tutti i dipendenti e iniziative di sensibilizzazione e formazione relative al lavoro di cura e alla sua equa distribuzione, politiche aziendali che favoriscono forme di flessibilità lavorativa, intesa come lavoro da remoto e flessibilità di orari. Per quanto riguarda la genitorialità, invece, si parla di promuovere una cultura di equa condivisione dei carichi di cura tra i genitori, incoraggiare i padri ad usufruire interamente del periodo di congedo di paternità e di tutti gli altri congedi e permessi previsti, promuovere l’estensione del periodo di congedo di paternità oltre i giorni previsti dalla legge, e infine la fruizione del congedo parentale facoltativo in misura paritaria da entrambi i genitori.

 

Valore D Talks: 8 marzo: da conciliazione a condivisione. Riflettere su lavoro di cura e genitorialità partendo dalle aziende

 

Il lancio del report è accompagnato dal Talk “8 marzo: da conciliazione a condivisione. Riflettere su lavoro di cura e genitorialità partendo dalle aziende” in diretta streaming l’8 marzo alle ore 16:00. Come superare lo squilibrio nei carichi di cura? Quali politiche adottare per passare dal concetto di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura a quello di condivisione dei carichi di cura? Simone Spetia, del Gruppo 24 Ore dialoga con Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, Lorenzo Gasparrini, filosofo, autore e formatore su questioni di genere, Paola Mascaro, Presidente di Valore D, e Riccarda Zezza, Amministratrice Delegata Lifeed.

 

 

*Accenture, Baker Hughes, Barilla G. & R. F.lli, Botta Packaging, BCG, Chiesi Farmaceutici, Danone, Deloitte Italy, EY, Findomestic Banca, Fondazione Compagnia di San Paolo, Generali Italia, Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, Gruppo Enel, Hewlett Packard Enterprise, INWIT, L’Oreal, Marsh, Pirelli, Politecnico di Milano, Snam, TIM, Vodafone Italia, Wind Tre, Zurich.

 

Per partecipare al Talk di Valore D “8 marzo: da conciliazione a condivisione. Riflettere su lavoro di cura e genitorialità partendo dalle aziende”

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