Italia, cercasi donne nell’economia digitale

La partecipazione femminile all’economia digitale presenta divari importanti a livello europeo, con l’Italia che si mette in luce in negativo. A rilevarlo è la prima edizione del Women in Digital Scoreboard, l’indice di valutazione annuale lanciato dalla Commissione europea. Il nostro Paese è al quartultimo posto nella classifica europea che monitora la partecipazione femminile all’economia digitale, una performance peggiore è registrata solo da Grecia, Romania e Bulgaria.

Il nostro Paese infatti viene staccato in maniera sensibile in tutte e 3 le aree principali del quadro di valutazione: se infatti la media europea è di 50,2 punti per l’utilizzo di internet, di 53,1 punti per le skill degli utenti della rete e di 43,9 punti per le capacità specialistiche e l’occupazione, le cifre italiane si fermano rispettivamente a 35 punti (venticinquesimo posto), 37,9 punti (venticinquesimo posto) e 38,9 punti (diciottesimo posto).

Women in Digital Scoreboard

 

Riguardo la situazione complessiva dell’Unione Europea, il panorama è comunque poco incoraggiante: solo 1 specialista su 6 nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è di sesso femminile, così come solo 1 laureata su 3 in discipline STEM come scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, anche se lo scarto di partecipazione diminuisce nelle nuove generazioni.

A livello europeo, le retribuzioni delle donne nel settore ICT, evidenzia ancora l’indagine, sono inoltre inferiori in media del 20% rispetto a quelle degli uomini.

“Le donne rappresentano il 52% della popolazione europea, ma solo il 17% di loro lavora in ambiti legati all’ICT, per cui dobbiamo sbloccare pienamente il potenziale delle donne nel dare slancio all’economia digitale. Governi, aziende, educatori e la società civile devono intraprendere azioni decisive per modificare questo trend”.

Mariya Gabriel, Commissaria europea

 

E proprio a questo servirà l’annuale pubblicazione del “Women in Digital Scoreboard”: mostrare i punti di debolezza su cui ciascun Paese dovrà lavorare per migliorare la situazione.

 

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