Largo alle donne nelle professioni del futuro

Le professioni legate alla trasformazione digitale e all’innovazione, si sa, rappresentano le migliori opportunità di lavoro. Dalla cybersecurity alla blockchain, ma anche data science e intelligenza artificiale: in questi campi si trovano alcune delle professioni più richieste dal mercato del lavoro, ma sono contraddistinte da un paradosso. A fronte di una disoccupazione elevata, manca personale adatto a ricoprire queste posizioni. Come supportare le donne e a farsi spazio nell’ambito tecnologico e far fronte a questa importantissima sfida?
 
“Innanzitutto bisogna lavorare sul cosiddetto skills matching, ossia far incontrare le richieste con le domande e la preparazione adeguata. È evidente che occorre lavorare sulla formazione e in questo ambito le donne possono riuscire molto bene” spiega Francesca Devescovi, responsabile formazione di Valore D.
 

Competenze femminili e tecnologia

Spesso si fatica ancora a vedere le ragazze appassionarsi alle materie e agli ambiti scientifici. Occorre promuovere lo studio delle discipline Stem (Science, Technology, Engineering, Maths) tra le studentesse, perché, una volta cimentatesi, possono eccellere: “Le ricerche dimostrano che laddove le donne si cimentano non sono meno brave, e anzi hanno risultati migliori: in particolare, si laureano in tempi più brevi e con voti migliori. La quota femminile, inoltre, ha una minore dispersione scolastica perché le donne sono più motivate” conferma Devescovi. Ma quali sono le caratteristiche che possono avvantaggiare le donne nel settore dell’innovazione e della tecnologia?

Una delle caratteristiche principali è l’inclinazione a una leadership più collaborativa e inclusiva” sostiene la responsabile formazione di Valore DQuesto tipo di propensione delle donne le porta anche ad essere più innovative, perché sono in grado di portare punti di vista diversi. Laddove seguono un percorso di formazione più scientifico, dunque, è dimostrato che, una volta all’interno di team di lavoro misti, sono in grado di portare un valore aggiunto”.
 

 

Gender gap: la tecnologia aiuta o penalizza?

I lavori del futuro implicheranno non solo nuove professioni, ma anche nuovi modelli organizzativi e di ricerca delle risorse umane. “La digitalizzazione di questo processo potrebbe avvantaggiare le donne. Per esempio, negli Usa i programmi di selezione non tengono conto dell’età, a differenza di quanto avviene in Italia. Lo stesso si potrà fare per il genere femminile o maschile, in modo da superare certi stereotipi. Aziende che hanno usato questo tipo di recruiting hanno assunto più donne che uomini. Insomma, potremo evitare molte discriminazioni di genere con un processo oggettivo e robotizzato, lasciando spazio alle sole competenze del candidato e della candidata” conclude la responsabile formazione di Valore D.

Un’ultima notazione positiva arriva dal report sul Bridging the digital gender divide (Oecd 2018): dopo aver analizzato le differenze di genere nell’ambito delle professioni digitali, conclude che non c’è motivo per cui le donne rimangano indietro nella trasformazione digitale.

 

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