Martedì 5 giugno, presso la sede del Gruppo 24 Ore, si è svolto il 12° Forum Economico Italo-Tedesco. Ha aperto la conferenza Erwin Rauhe, Presidente della Camera di Commercio Italo-Germanica, che ai 300 ospiti ha posto le stesse domande che sono alla base della nuova ricerca realizzata in collaborazione fra AHK Italien e Ipsos sull’equità di genere nelle aziende dell’interscambio italo-tedesco.
In che modo l’equità di genere influenza la crescita economica?
La rappresentanza e l’empowerment femminili fanno la differenza in termini di produttività aziendale? In che modo?
E che cosa stanno facendo le grandi aziende italo-tedesche per valorizzare la diversity?
Dai risultati emerge che la condizione femminile deve ancora essere affrontata in entrambi i paesi. Piene parità e diversità di genere, tanto in azienda quanto fuori, sono ancora traguardi lontani, che per il momento solo si intravedono.
Le donne tedesche, sembra, camminano comunque un metro avanti. 7 su 10 dichiarano di non avvertire alcuna discriminazione e di essere considerate alla pari degli uomini. In Italia, invece, la sensazione è quella opposta: il 74% delle partecipanti ha parlato di una diseguaglianza concreta in termini di diritti sociali, politici ed economici. Questo nonostante il fatto che, proprio nel Bel Paese, le donne riescano ad accedere e conseguire livelli più alti di istruzione.
A quanto pare, però, la cultura non sempre aiuta. E infatti, anche quando ci si confronta sui dati occupazionali, è ancora l’Italia a rimanere indietro: in Germania lavora il 72% di popolazione femminile, mentre in Italia si registra solo un 49%. Le lavoratrici tedesche, peraltro, hanno più figli – a conferma del fatto, come ricordato anche da Affari Italiani, che a più alta occupazione corrisponda maggior natalità.
La ricerca ha domandato poi alle intervistate quali siano le loro priorità. E se le tedesche rispondono all’unisono “pay gap”, le preoccupazioni principali delle nostre conterranee sono innanzitutto le molestie sessuali, gli abusi domestici, le violenze carnali, il caring non pagato, e solo al sesto posto l’equità salariale.
L’equità salariale, peraltro, è fra le tematiche a cui Valore D tiene di più. Ad aprile 2018 abbiamo infatti lanciato una campagna di sensibilizzazione dal nome #NoPayGap.
La ricerca di AHK Italien e Ipsos è stata pubblicata nella sezione dedicata del nostro sito. Per leggerla > CLICCA QUI