Negli ultimi anni si è assistito a un calo dei tassi di disoccupazione a livello globale ma non si è verificato un conseguente aumento dei salari e stiamo attraversando una di stagnazione delle retribuzioni a livello internazionale. Quali sono le cause? Come intervenire? È quanto emerge dall’ottava edizione dell‘Hays Global Skills Index, il report annuale pubblicato da Hays in collaborazione con Oxford Economics, che prende in esame i mercati del lavoro di 34 economie a livello mondiale e riportato da Business Community. Ma vediamo i principali risultati emersi dall’Hays Global Skills Index 2019.
Le condizioni del mercato del lavoro restano simili a quelle dello scorso anno, ma la stagnazione dei salari, la sottoccupazione e il gap di competenze in diverse aree geografiche hanno contribuito alla variazione degli indici a livello regionale.
Il rapido sviluppo tecnologico si conferma come uno dei principali fattori che contribuiscono al disallineamento delle competenze e alla sottoccupazione, poiché i datori di lavoro faticano sempre di più a trovare professionisti adeguatamente qualificati da inserire in organico. La formazione e l’aggiornamento della forza lavoro sono più che mai fondamentali per far fronte alle sfide dell’automazione e dell’outsourcing.
Focus sull’Italia
Nel complesso, il mercato del lavoro italiano ha registrato un miglioramento nel corso dell’anno, superando i livelli di occupazione pre-crisi. Molte aziende hanno investito molto nell’innovazione, è aumentata la domanda di professionisti con competenze digitali. “Il divario salariale tra le persone che svolgono professioni altamente qualificate e quelle che svolgono professioni meno qualificate è al livello più alto degli ultimi cinque anni, in quanto le organizzazioni sono disposte a pagare salari più alti per le competenze di cui hanno bisogno e non facilmente reperibili. Infine, il Talent Mismatch Indicator dell’Italia rimane preoccupantemente alto (8,5/10), ulteriore prova che i datori di lavoro si trovano ad affrontare serie difficoltà nella ricerca di professionisti altamente qualificati, soprattutto nei settori tecnici” ha commentato Carlos Manuel Soave, Amministratore Delegato, Hays Italy.
In generale, le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate. Il numero di persone occupate è aumentato dello 0,2% nel 2018. Anche il tasso di partecipazione è salito a livelli record, riflettendo un calo della popolazione in età lavorativa e una diminuzione del numero di persone che non fanno parte della forza lavoro, il 65,6%. Notevole margine di miglioramento permane per il tasso di partecipazione femminile al lavoro, 56,2%, contro il 75,1% degli uomini.
Salari e occupazione restano influenzati dal divario di genere
Nelle professioni dominate dalle donne, infatti, le retribuzioni risultano spesso più basse e maggiormente soggette alle forze della globalizzazione e al fenomeno dell’automazione, limitando le opportunità delle donne. In un contesto di crescente incertezza economica e continuo progresso tecnologico, i datori di lavoro devono investire nella formazione a lungo termine, ridurre al minimo la sottoccupazione tramite l’allocazione strategica delle risorse e fornire ai dipendenti gli strumenti utili per avere successo anche in condizioni lavorative mutevoli.
Alistair Cox, CEO di Hays ha commentato: “Nel prossimo futuro è fondamentale che vengano effettuati maggiori investimenti per allineare i ruoli professionali agli sviluppi tecnologici. In questo modo i lavoratori saranno in grado di massimizzare la loro produttività in sinergia con il progresso tecnologico e non in conflitto con esso”.