Includere i talenti femminili nelle ICT

Il mercato dell’informatica e della sicurezza risente di una forte penuria di talenti, soprattutto femminili: un problema da risolvere al più presto rendendo i ruoli ICT più appetibili per le donne, vista l’espansione di posizioni vacanti nel digitale, altrimenti difficilmente colmabili.

Secondo una valutazione della Commissione europea, l’Europa si dovrà confrontata con una mancanza di 756.000 professionisti digitali nel 2020. In Italia, la situazione non sarà migliore: i dati dell’Osservatorio delle Competenze Digitali confermerebbero che ogni anno nel nostro Paese il fabbisogno di professionisti ICT cresce del 26%, entro il 2020 saranno circa 135.000 le posizioni vacanti nel settore. Renderlo più interessante per le studentesse di oggi potrebbe essere, almeno parzialmente, una soluzione per il domani.

 

Per quanto dinamico e garante di un livello retributivo più elevato rispetto ad altri settori, risente un pronunciato divario di genere. Secondo uno studio condotto dal consorzio (ISC)², a livello europeo la percentuale di donne impiegate nella nell’informatica e sicurezza si attesterebbe attorno all’11% della forza lavoro. Favorire un maggior equilibrio tra i generi potrebbe sopperire al gap di competenze?

 

Carenza di modelli femminili

Secondo i dati raccolti da Eurostat, in Europa nel 2017 uno specialista ICT su 6 sarebbe una donna. La percentuale è leggermente inferiore in Italia: si stima che solo il 15% delle cariche sia ricoperto da donne, nel settore della cybersecurity ancora meno. Il settore del digitale non è quindi estraneo alla disparità tra i generi: le donne detengono cariche meno importanti e remunerative degli uomini, nonostante siano meglio qualificate (51% delle donne hanno un master o un titolo superiore, rispetto al 45% degli uomini).

Un modo per combattere questi stereotipi  è mettere sotto i riflettori le donne che lavorano in questo ambito. La femminilizzazione del mondo digitale comincia a scuola: la sensibilizzazione delle giovani donne ad una scelta consapevole del loro percorso professionale comincia durante gli studi secondari – le donne sono sottorappresentate nei settori scientifici e tecnici e c’è la necessità di combattere i pregiudizi nelle primissime fasi della formazione.

 

 

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