Effetto Hermione: il confidence gap nasce a scuola

Perché le ragazze battono i ragazzi a scuola ma perdono terreno in ufficio? L’interrogativo è apparso sul New York Times con un articolo provocatorio dalla psicologa Lisa Damour.

La Damour è andata alle origini del gender gap, identificandolo come un confidence gap. Accanto allo scarso supporto alla maternità e al gender pay gap, un ruolo importante nel divario di genere lo gioca la fiducia in se stesse che le donne costruiscono negli anni di scuola. Oggi la scuola è ancora una fabbrica di fiducia e autostima per i figli maschi ma una fucina di “competenze” per le figlie femmine, in balia dell’effetto Hermione Granger, ossia del lavoro extra interpretato come efficienza, del fare più del necessario.

Andiamo a vedere che cosa dicono i dati a riguardo. La fonte più utile in Italia è Almadiploma, che in effetti evidenzia un gap di genere, almeno nelle scuole superiori, a favore delle ragazze quanto a risultati scolastici. Il 10% delle femmine è uscito dalla scuola media nel 2018 con un voto pari a 10 o 10 e lode, contro il 7% dei maschi. Lo stesso trend si riscontra nel voto di diploma. L’8,3% dei maschi ha ottenuto il minimo sindacale, cioè 60/100, percentuale doppia rispetto alle ragazze, e il 31,7% un voto inferiore a 70/100, contro il 22% delle ragazze. I cento invece sono per la maggior parte donne: l’8,3% delle diplomate contro il 5,6% dei diplomati.

Inoltre, studia più di 20 ore settimanali il 16% delle ragazze e il 5% dei ragazzi. Il triplo. E da 15 a 22 ore il 22% delle prime e l’11% dei maschi. Il doppio, mentre studia meno di 5 ore il 25% dei ragazzi e l’11% delle ragazze.

 

Fonte: Almadiploma

 

 

La proposta provocatoria

La tesi di Lisa Damour è che è necessario dare più fiducia alle ragazze, liberandole dal peso di fare più del necessario, anche se è solamente una delle risposte possibili al problema del gender gap nelle posizioni di dirigenza.

Se l’effetto Hermione si genera per via del lavoro in più, fatto per compiacere se stessi e gli altri, sarebbe utile smettere di elogiare sempre, già a scuola, chi costantemente va oltre il necessario rispetto al compito assegnato. Altrimenti le ragazze potrebbero perdere l’occasione di prendere confidenza con le proprie reali abilità, vincolando il loro successo solo alla fatica e non al talento. La proposta volutamente provocatoria della psicologa è significativa.

 

 

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