Domani si apre la seconda edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria: dal 1 al 31 Ottobre 2019 in tutta Italia il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria ha promosso questa iniziativa per offrire a tutti occasioni gratuite e di qualità, senza fini commerciali, per accrescere le conoscenze di base sulla gestione e programmazione delle risorse finanziarie personali e familiari, ma anche sui temi assicurativi e previdenziali, molti aperti alla cittadinanza. Aderiscono tantissime associazioni, istituzioni, imprese, università, scuole, fondazioni, pubbliche amministrazioni, fondi pensioni, associazioni di consumatori, casse previdenziali e realtà del mondo assicurativo.
L’iniziativa
L’iniziativa del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con quello dello sviluppo economico, è organizzata dal Comitato Edufin formato da personalità con comprovate competenze ed esperienza nel settore, diretto da Annamaria Lusardi e di cui fa parte anche Magda Bianco, di Banca d’Italia.
Che rapporto hanno le donne con la gestione del loro benessere finanziario?
Sono pienamente coinvolte nelle decisioni finanziarie che le riguardano? E se no, perché? Considerata la crescente importanza delle decisioni economiche nella vita di ciascuno e la maggiore complessità del mondo in cui viviamo, l’alfabetizzazione su temi finanziari è oggi largamente insufficiente. E ciò è vero soprattutto per le donne oggi molto più esposte al rischio di insicurezza economica.
Se le conseguenze della mancanza di conoscenza finanziaria di base sono gravi in generale, lo sono quindi ancor più per le donne, riflette Elsa Fornero sul Sole 24 Ore. E qui il tema si raccorda con quello della parità di genere – e, in particolare, del diritto delle donne a non essere discriminate nel mondo del lavoro in termini di retribuzione e, soprattutto, di opportunità. Tema che è (almeno formalmente) da decenni al centro dell’agenda politica, con risultati insufficienti: dapprima con espliciti divieti a differenziare il salario a parità di lavoro, quindi con maggiore attenzione ai problemi della conciliazione lavoro-famiglia e della distribuzione dei compiti domestici, ancora fortemente sbilanciata a sfavore delle donne, e infine, con riguardo a una distribuzione meno squilibrata del potere politico tra generi.
Conoscere il proprio valore
In Italia, le donne spesso non percepiscono i veri rischi del loro disinteresse a tematiche finanziarie. Questo emerge dall’UBS Investor Watch, una ricerca condotta all’inizio del 2019 con l’obiettivo di comprendere meglio il ruolo delle donne nella gestione del loro patrimonio finanziario.
Molte donne rimpiangono di non essere state coinvolte prima nelle principali decisioni finanziarie. Accusano il colpo solo in caso di divorzio o se il loro coniuge muore. L’86% evidenzia anche che le donne stanno iniziando a prepararsi di più su temi finanziari per affrontare in modo adeguato qualunque eventualità.
Tuttavia, solo il 23% delle donne prende decisioni finanziarie di lungo termine, quali gli investimenti e la pianificazione finanziaria e assicurativa, che hanno sul loro futuro un impatto maggiore rispetto alla sola gestione dei pagamenti. La condivisione di queste scelte riguarda il 19% delle donne. La maggioranza (59%), invece, preferisce delegare queste responsabilità al partner.
Sebbene le donne siano consapevoli della loro crescente longevità e dei bisogni finanziari ad essa associati, la maggior parte di loro tende ancora a concentrare i propri sforzi sulle responsabilità finanziarie di breve termine. 8 donne su 10, ad esempio, sono fortemente coinvolte solo nella gestione delle spese quotidiane della famiglia.