Pop Day, il cammino del Polimi verso la parità di genere

Sono meno dei ragazzi, ma hanno voti migliori e sono più tenaci negli studi, eppure le studentesse del Politecnico di Milano, una volta laureate, fanno più fatica a trovare lavoro, soprattutto se a tempo indeterminato e ben retribuito. È questa la fotografia scattata dal primo bilancio di genere dell’ateneo milanese, presentato oggi in occasione del Pop Day, la giornata dedicata ai temi della diversità e dell’inclusione.

 

I risultati del primo bilancio di genere

Oggi al Pop Day, Donatella Sciuto, prorettrice alle Pari Opportunità, ha dichiarato: “oggi presentiamo il nostro primo bilancio di genere. Un aspetto rilevante per vincere la diffidenza e avvicinare le ragazze alle lauree STEM, per fare in modo che le nostre ricercatrici e collaboratrici possano conciliare famiglia e crescita professional”. La parità di genere è infatti un obiettivo di crescita indispensabile: oggi tra gli studenti del Politecnico la percentuale di donne è del 34%, e il trend è in miglioramento, dell’8% in 20 anni.
Dal Report emerge che se in Architettura e Design il Politecnico ha raggiunto e, in alcuni casi superato, una parità di genere, la percentuale di ragazze che ha scelto di studiare Ingegneria è ancora bassa (immatricolate sono il 22,7% nell’ultimo anno accademico).

 

I tassi di abbandono sono consistentemente più bassi per le ragazze rispetto ai ragazzi: questa evidenza sembra indicare che la maggior determinazione necessaria alle donne per entrare in un ambiente di studio ancora caratterizzato al maschile, si traduca in una maggior perseveranza a completare il corso di studi. Inoltre, è lecito ipotizzare che, a livello personale, una volta vinte le difficoltà culturali che tendono ad allontanare le donne dalle materie STEM le donne scelgano in modo più consapevole e siano più motivate nel portare avanti fino alla fine il percorso intrapreso.

Le donne hanno anche una prestazione migliore di quella degli uomini. Nonostante i risultati migliori una percentuale di donne inferiore rispetto agli uomini ha una occupazione a un anno dalla Laurea: il 50,92% della laureate triennali lavora rispetto al 59,11% dei colleghi uomini. E la percentuale di coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato è più alta tra gli uomini (41,19%) rispetto alle donne (24,08%). Una differenza di oltre 16 punti percentuali, statisticamente
significativa, a indicare che le laureate hanno maggiori difficoltà a raggiungere una posizione lavorativa stabile rispetto ai loro colleghi uomini.

 

E non è tutto: all’ingresso del mondo del lavoro c’è un differenziale di stipendio. Il 91,2% delle donne guadagna meno di 2.000 euro, contro l’84,66 per cento degli uomini. “Stiamo facendo con le ragazze corsi di leadership e di contrattazione: cerchiamo di lavorare per renderle consapevoli che affronteranno già una difficoltà prima di cominciare”, ha spiegato il pro rettore del Politecnico, Raffaella Sciuto.

 

E Ferruccio Resta, il Rettore, aggiunge: “Il Politecnico non ha paura delle differenze, di genere, di cultura, di religione. Vogliamo lavorare per valorizzarle. Abbiamo fatto, stiamo facendo, ancora resta da fare. Siamo qui proprio per questo, per passare dalle parole ai fatti”.

 

Se vuoi consultare tutti i dati del primo Bilancio di genere del Politecnico di Milano 

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